Ernesto Savio
Di origini friulane, Ernesto Savio, nome di battaglia “Tino”, prestò la sua attività di partigiano combattente a partire dal 1° luglio 1944 ed entrando a far parte della 576ª Brigata Garibaldi SAP “Giacinto Rizzolio”, operativa nella VI Zona a Genova (database ILSREC “R. Ricci”), comandata da Libero De Negri “Facelli” e con Egidio Ghio “Spina” come commissario di brigata. Il 24 aprile 1945, giorno dell'insurrezione del capoluogo ligure, Savio venne falciato da una raffica di mitra di alcuni militari tedeschi nei pressi della stazione del quartiere di Cornigliano.
Così ha raccontato l'episodio il suo compagno di azione Ermes Caredda: “Era la mattina dell'insurrezione, circa le 8.30. Con altri compagni ci recammo alla piazza del Popolo a Cornigliano. Vestito in borghese, non avevo divisa, ero munito di fucile e mitragliatrice. Fu in quell'occasione che conobbi Ernesto: capii che era uno che contava dal modo in cui dava ordini. Ci chiese di seguirlo al Castello Raggio dove un nucleo di tedeschi opponeva resistenza. Arrivammo alla costruzione chiamata Combea, dalla parte destra di fronte alla stazione, erano con me Gallerani e Pirelli, altri due sapisti. Come attraversammo la strada per appostarci ci passò tra le gambe una raffica di mitra, ma non ci colpì. Saliti sulla torre del castelletto, nascosti dietro i merli, cercammo di individuare la postazione dove i tedeschi erano asserragliati. Erano in un fortino a poche decine di metri da noi. Una seconda raffica partì senza però colpirci. Dopo altri scambi di colpi, verso le 13.30, cercammo di raccogliere del cibo lanciato da alcune donne dalla parte opposta della strada. Si trattava di castagnaccio. Riuscii a raccoglierne una certa quantità e anche Savio fece lo stesso. In una mano teneva il castagnaccio e nell'altra una bomba a mano tedesca, con stampato il numero 13. Ernesto si sposto di circa un metro per mangiare ma purtroppo si portò allo scoperto e i cecchini tedeschi lo colpirono al ventre, si accasciò, lo trascinai al coperto stringendogli la cintura per arginare la copiosa emorragia. ‘Muoio, muoio' continuava a dirmi con la voce sempre più flebile. Cercavo di fargli coraggio, anche se vedevo che aveva una terribile ferita. Feci chiamare i militi della Croce Bianca che lo portarono via in ospedale. Seppi più tardi della sua morte e mi resi conto che mi era mancato tra le braccia un grande partigiano. Aggiungo che nella stessa giornata fu ucciso anche il povero Melis e ho un grande rammarico per la sfortuna di Savio, Melis e tanti altri come loro. Infatti l'indomani fu annunciata la Liberazione” (C. Guerra, “il Corniglianese”, novembre 2017).
Il 28 agosto 1984 il Comune di Genova ha deliberato il cambio di denominazione della vecchia piazza Ninfeo, antistante la stazione ferroviaria di Cornigliano, dove ebbe luogo lo scontro a fuoco, ribattezzandola “Piazza Ernesto Savio, Caduto per la Libertà”.