Ernesto Zanni
Dal 1924 al 1926 fu tra i dirigenti della Federazione Giovanile Comunista Italiana. Eccezionale autodidatta, Zanni svolse una straordinaria attività di educatore tra i giovani antifascisti. Ciò gli valse, nel 1926, l'arresto, l'incarcerazione a "Regina Coeli" e, un anno dopo, la condanna a 10 anni di reclusione irrogata dal Tribunale speciale. Ne scontò 7 nei penitenziari di Oneglia e di Firenze e, nel "decennale dell'era fascista", fu scarcerato per amnistia. Tornato ad Avezzano, riprese i contatti con l'ambiente antifascista e la sua opera di educazione e di formazione tra i giovani. Nel 1939, per Ernesto Zanni nuovo arresto, seguito dall'invio a Ventotene, dove il "noto comunista" rimase sino alla caduta di Mussolini.
Arriva l'armistizio dell'8 settembre 1943 ed ecco Ernesto Zanni impegnato ad organizzare la Resistenza nella Marsica.
Dopo la Liberazione viene chiamato a insegnare a Roma, alla Scuola centrale del PCI. Tra la fine del 1946 e fino all'agosto del 1948, Zanni è di nuovo ad Avezzano come responsabile del Comitato di zona del PCI. È poi richiamato nella Capitale, come collaboratore della "Scuola centrale quadri" del suo partito e poi come insegnante alla "Scuola delle Frattocchie". Nel 1962 Zanni è mandato a Bologna dove, per quattro anni, dirige la Scuola "Marabini".
Conclusa in Emilia la sua esperienza di "funzionario di partito", Ernesto Zanni si trasferì a Pescara, dove fu eletto nel Comitato federale e poi nella Commissione federale di controllo e dove lo colse la morte.