Eros Sequi
Laureato in Filologia classica alla "Normale" di Pisa nel 1934, Sequi dal 1942 si era trasferito in Jugoslavia. Ai primi di ottobre del 1943 fu arrestato e internato per alcune settimane dagli ustascia. Riacquistata la libertà, il professore raggiunse i partigiani e combatté con loro nel distaccamento della Moslavina e poi nella VII Divisione d'assalto della Banija.
Nel giugno del 1944 fu inviato presso il Quartier generale dell'Esercito popolare di liberazione della Croazia. Al "1° Congresso dei lavoratori culturali partigiani", rappresentò gli intellettuali italiani. Successivamente fu tra i dirigenti della Sezione propaganda del Comitato popolare di liberazione regionale per l'Istria e Fiume, redattore della stampa partigiana in lingua italiana e responsabile dell'attività culturale. Sempre durante la Guerra di liberazione, fu il primo segretario dell'Unione degli italiani dell'Istria, che si riprometteva una proficua collaborazione tra italiani e jugoslavi.
Nel dopoguerra, ordinario di Letteratura italiana a Zagabria e poi titolare della cattedra di Filologia all'Università di Belgrado sino al 1983, ha avuto vari altri incarichi nelle istituzioni culturali jugoslave. Tra le tante sue pubblicazioni in varie lingue (perlopiù in italiano le sue poesie), ricordiamo qui soltanto il diario partigiano intitolato Eravamo in tanti e (edito da Longanesi nel 1973), Memorialisti garibaldini. In virtù della sua fama (era considerato l'intellettuale italiano di riferimento in Jugoslavia), nel 1971 il Presidente Saragat gli conferì il titolo di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.