Ettore Troilo
Laureatosi in Giurisprudenza (dopo aver partecipato, volontario, al primo conflitto mondiale ed aver meritato la Croce al merito di guerra), Troilo fece a Milano la pratica professionale. Assiduo nello studio di Filippo Turati, quando si trasferì a Roma, il giovane legale lavorò, sino all'assassinio del deputato socialista, nella segreteria di Giacomo Matteotti. Dal 1926 si occupa dello studio professionale dell'avvocato Egidio Reale che, per non essere arrestato dalla polizia del regime, aveva dovuto trasferirsi in Svizzera. Anche Troilo, però (che fin dalla sua fondazione fa parte del movimento "Italia libera"), è schedato dalla polizia. Collabora a Il Mondo sino alla sua forzata chiusura e, nei mesi che precedono la caduta di Mussolini, riallaccia i rapporti con gli antifascisti del Partito d'Azione. Le giornate del 9 e 10 settembre vedono Troilo partecipare alla disperata resistenza dei romani alla Cecchignola, poi con l'occupazione tedesca della Capitale, riesce a raggiungere l'Abruzzo. Nel suo paese natale si muove per organizzare la resistenza armata contro i tedeschi e mentre gli Alleati risalgono faticosamente verso il Nord, i "Patrioti della Maiella" comandati da Troilo (vice comandante Domenico Troilo), li affiancano in Abruzzo, nelle Marche, in Romagna. Nell'aprile 1945 gli uomini di Troilo sono ad Asiago e il 15 luglio la brigata si scioglie.
L'avvocato torna alla vita civile, ma in qualità di ispettore del ministero dell'Assistenza Postbellica, si prodiga nell'assistenza ai reduci.
Dal dicembre 1946 è, per un anno, prefetto di Milano. Sollevato (tra le proteste), dall'incarico, viene mandato all'ONU dal governo De Gasperi, come ministro plenipotenziario per i problemi dell'informazione. Nel gennaio del 1948 si dimette dall'incarico e da prefetto. Nelle elezioni politiche di quell'anno è candidato indipendente per il Fronte democratico popolare. Con orgogliosa coerenza morale, Ettore Troilo ha rinunciato ad ogni benemerenza per la sua partecipazione alla lotta di Liberazione.