Ezio Setti
Allo scoppio della Prima guerra mondiale si allontanò dal Trentino per ritornarvi nel 1919. Eletto sindaco di Marco, Ezio Setti dovette allontanarsi dal suo paese quando i fascisti ebbero il sopravvento in Italia. Trasferitosi a Milano con la moglie e i quattro figli, l'operaio trentino trovò lavoro alla Caproni, dove non mancò di esprimere i suoi sentimenti antifascisti, tanto da essere a più riprese diffidato dalla polizia.
Dopo l'armistizio collaborò con la Resistenza sino a che, l'11 marzo del 1944, militi della RSI fecero irruzione nella sua abitazione e, accusandolo di aver partecipato agli scioperi che si erano svolti nei giorni precedenti in Lombardia, in Piemonte e in Liguria, lo arrestarono. Ezio Setti fu prima imprigionato nel carcere di San Vittore e poi fu tradotto a Bergamo, di dove fu deportato a Mauthausen con alcune diecine di lavoratori della Caproni. Morì in quel lager pochi mesi dopo.