Ezio Zanelli
Secondo i progetti dei suoi, Ezio Zanelli avrebbe dovuto fare il ragioniere e forse l'avrebbe fatto, se una pugnalata al torace infertagli dai fascisti che, nel maggio del 1921, avevano fatto irruzione nella sede del Circolo "Andrea Costa" di Imola, non avesse cambiato il corso della sua vita. Dopo venti giorni di ospedale, infatti, Zanelli decise di interrompere gli studi, che per la verità non seguiva con molta assiduità. Si trovò un lavoro come fornaciaio e si dedicò all'attività politica, diventando prima segretario della sezione giovanile comunista di Imola, poi (dopo il servizio militare a Milano), segretario di zona, dal 1924 al 1926, del PCd'I sempre a Imola.
Da allora è stato, per Zanelli, un continuo sfuggire alla polizia: nel 1927 quasi un anno da clandestino a Milano; poi la fuga a Vienna mentre il Tribunale speciale lo condannava in contumacia a 10 anni e 7 mesi di reclusione; quindi, sotto lo pseudonimo di Giulio Lenti, il rientro in Italia per svolgervi, mai individuato dalla polizia fascista, attività clandestina. Più abile quella Svizzera, che nel 1929 lo arresta a Basilea. Scontato il carcere per "uso di passaporto falso e per attività antifascista verso l'Italia", Zanelli viene espulso e ripara in Unione Sovietica, dove frequenta l'Università leninista. Nel 1931 Zanelli è al Congresso della gioventù comunista italiana, nel '32 la rappresenta presso l'Internazionale giovanile, tra il 1933 e il 1935 torna a più riprese clandestinamente in Italia, nel 1937 è in Spagna dove lavora a "Radio Milano Libertà" e a "Radio Barcellona".
Nel 1939 è, da clandestino, in Francia. È di quell'anno un'informativa della polizia italiana che ne traccia questo profilo: "Zanelli E., alias Aristide, alias Lenti Giulio, convive a Parigi con certa G. Zanarini fu Pietro, detta Giannina. Lo Z. è stato in Spagna nel 37/38, dove ha diretto le radiotrasmissioni in lingua italiana. Ha svolto attività di funzionario del partito in Italia negli anni 33/34/35. Si ritiene che il partito lo invii nel Regno per missioni da svolgere a Milano". In realtà durante la guerra Zanelli era nel Sud della Francia. Durante l'occupazione tedesca organizza azioni di sabotaggio nelle officine che producevano per i nazisti. Nel maggio del 1944 raggiunse il maquis di Limoge e, nella zona del Massiccio Centrale, fu commissario politico nelle formazioni partigiane costituite fra gli emigrati e aggregate a quelle francesi ed è stato membro del Comitato italiano di liberazione nazionale costituito in Francia.
Dopo la Liberazione Zanelli, tornato in Italia, è stato dirigente politico, sindacale e amministrativo in Emilia-Romagna.