Ferrante Gonzaga del Vodice
Si era laureato in Ingegneria meccanica a Torino, ma aveva poi deciso di intraprendere la carriera militare. Dopo aver partecipato alla guerra di Libia e alla Prima guerra mondiale, pluridecorato, nel 1926 era addetto al Comando del Corpo d'armata di Roma. Ebbe poi, nel 1936, il comando del 1° Reggimento artiglieria "Cacciatori delle Alpi". La Seconda guerra mondiale lo vide comandare l'artiglieria del XIII Corpo d'armata e quindi, in Albania, quella del XXV. Il 10 febbraio 1943, a Gonzaga del Vodice fu affidata la 22a Divisione costiera dislocata nel Salernitano. "Avuta notizia della firma dell'armistizio tra l'Italia e le Nazioni Unite - ricorda la motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare - impartiva immediatamente gli ordini del caso, per opporsi ad atti ostili da parte delle truppe germaniche... Mentre si trovava con pochi militari ad un osservatorio, invitato da un ufficiale superiore germanico - scortato da truppa armata - ad ordinare la consegna delle armi dei reparti della Divisione, opponeva un reciso rifiuto. Minacciato a mano armata dall'ufficiale germanico, insisteva nel suo fermo atteggiamento e portando a sua volta la mano alla pistola, ordinava ai propri dipendenti di resistere con le armi alle intimazioni ricevute, quando una scarica di moschetto automatico nemico l'uccideva all'istante". In una lettera alla sorella del 13 aprile 1943, l'alto ufficiale aveva scritto: "Non ti dico che momenti sto vivendo. E purtroppo non sentiamo una parola dall'alto per rincuorarci. Nel Governo non ha più fiducia nessuno, le organizzazioni varie si sono sciolte al primo pericolo; i contadini non consegnano più il grano agli ammassi, lo mettono in damigiane e lo sotterrano. Si ha l'impressione del tracollo". Nel dopoguerra al generale Gonzaga del Vodice è stata intitolata la caserma di Foligno dove ha sede il Centro di selezione e reclutamento nazionale dell'Esercito.