Filippo Gasperoni
Emigra nel 1925 in Argentina, nel 1933 torna in Italia e un anno più tardi, durante il servizio di leva, viene condannato dal Tribunale speciale per offese al Duce. Terminata la detenzione e rientrato al servizio militare diserta in Jugoslavia ed in seguito al suo ritorno in patria viene condannato dal Tribunale militare. Cessato il periodo di reclusione a Gaeta, e successivamente congedato, torna nella nativa Cesena dove trova lavoro presso l'Arrigoni, fabbrica dove è presente una importante cellula antifascista. Qui, in seguito ad un diverbio con un collega in merito alla guerra civile spagnola, viene condannato a due anni di confino che sconterà a Pisticci (Matera). Dopo la caduta del fascismo la sua casa di Bagnile diventa punto di riferimento dei primi gruppi partigiani, che avrebbero poi dato vita alla 29a Brigata GAP "Gastone Sozzi". Gasperoni, viene catturato dai nazifascisti il 20 aprile 1944, tradotto nel carcere di Forlì e successivamente fucilato l'8 giugno.