Francesco Flora
Nel 1933 era stato redattore capo della rivista “La critica”, diretta da Benedetto Croce. Francesco Flora svolse sempre un’attività di “fronda” nei confronti del regime, tanto da essere perseguitato ed emarginato in campo accademico, nonostante fosse uno dei più illustri letterati italiani del Novecento.
Nei primi mesi del 1943 tentò di smuovere la Corte sabauda perché accelerasse le iniziative per porre fine alla guerra e, prima di lasciare Napoli per trasferirsi a Milano, fu nel capoluogo partenopeo, dopo l’8 settembre, tra i promotori della politica del CLN, pubblicando numerosi scritti politici e dando vita alla rivista letteraria “Aretusa”.
Negli anni del dopoguerra è stato, fra gli intellettuali della sinistra indipendente, uno dei più convinti sostenitori delle istanze democratiche del Paese.
Francesco Flora è stato docente di Letteratura italiana nelle Università di Milano e di Bologna e socio dell’Accademia dei Lincei. Nominato direttore generale delle Relazioni Culturali con l’Estero, si dimise dall’incarico per la modestia dei fondi assicuratigli dal governo per la sue iniziative culturali che lo videro tenere convegni e dibattiti in Brasile, Uruguay, Cile, Perù, Cina ed Unione Sovietica.
Dopo la sua scomparsa, a Benevento gli è stata intitolata una via centralissima. L’Archiginnasio di Bologna e il Comune di Napoli raccolgono nelle loro biblioteche un gran numero di libri dell’illustre scrittore e critico.