Francesco Pepicelli
Aveva cominciato la carriera, nel 1926, come volontario nella Legione dei Reali Carabinieri di Roma. Promosso vicebrigadiere nel 1934, l'anno dopo fu mobilitato in Africa Orientale e partecipò all'aggressione fascista all'Etiopia. Rimpatriato nel 1938 e promosso brigadiere, Pepicelli comandò diverse stazioni dei carabinieri nel Lazio, sino a che, nel 1940, fu chiamato alla segreteria del capo di stato maggiore dell'Arma e promosso maresciallo d'alloggio. Subito dopo l'8 settembre 1943, prese parte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza romana, operando con la formazione partigiana "Generale Caruso". Dopo essersi impegnato in numerose azioni, Pepicelli fu arrestato dalle SS e, dopo essere stato atrocemente torturato, eliminato nella strage delle Fosse Ardeatine. La motivazione della medaglia al valore che gli è stata assegnata recita: "Sottufficiale dei carabinieri, appartenente al fronte della resistenza, si prodigava senza soste nella dura lotta clandestina contro l'oppressore tedesco, portando brillantemente a compimento il difficile compito affidatogli. Arrestato dalle SS. germaniche, sopportava stoicamente, durante la detenzione, le barbare torture, inutilmente inflittegli per strappargli i segreti dell'organizzazione cui apparteneva. Alle Fosse Ardeatine affrontava serenamente la fucilazione, pago di aver compiuto il suo dovere verso la Patria oppressa, con l'olocausto della vita".