Francesco Ravinale
Tenente di complemento dell'Artiglieria alpina, era giunto a Boves nell'ottobre del 1943, quando già Ignazio Vian vi aveva riorganizzato una banda partigiana dopo la strage di civili compiuta dalle SS del maggiore Peiper. Ravinale, conosciuto tra i partigiani come "tenente Franco", fu tra i sostenitori di una Resistenza fatta di rapidi colpi di mano contro i nazifascisti e in qualche modo si contraddisse quando, designato a comandare una banda in via di costituzione in Valle Stura, il 6 dicembre del 1943 giunse a Vinadio con una trentina di patrioti bovesani. I partigiani del "tenente Franco" presero possesso della caserma-forte che chiudeva il paese e v'innalzarono la bandiera italiana. La "città libera di Vinadio" durò soltanto tre giorni. Il 9 dicembre fu attaccata da truppe tedesche munite d'artiglieria e rinforzate da reparti repubblichini. I partigiani subirono gravi perdite e fu problematico anche il loro sganciamento, che tuttavia riuscì, anche se portò poi all'ulteriore frazionamento delle formazioni. Ravinale fu catturato dai tedeschi durante un tentativo di trasferimento sulle Alpi Apuane e il 30 marzo del 1944 fu deportato a Dachau. In quel lager Francesco Ravinale, nonostante fosse di robustissima costituzione, moriva alla vigilia della Liberazione. Nell'elenco dei deportati deceduti nel campo il suo nome non risulta, perché al momento dell'arresto aveva detto ai tedeschi di chiamarsi Mario D'Annibale, da Sorrento, classe 1910.