Francesco Santoro
Ufficiale pilota, nell'ottobre del 1936 aveva partecipato come volontario fascista alla guerra di Spagna. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale Santoro, che era stato promosso capitano, fu mobilitato sul Fronte occidentale e in Africa settentrionale, nel 9° Stormo da bombardamento. L'8 settembre 1943 era in servizio a Roma, dove era stato rimpatriato per malattia. Riuscì a sfuggire ai tedeschi e ad entrare a far parte della formazione partigiana denominata "Conca di Sulmona", con la quale partecipò a numerose azioni. Nell'ottobre del 1943 decise di passare la linea del fronte e di recarsi nell'Italia liberata, portando con sé importanti documenti sullo schieramento delle truppe germaniche. Catturato dai tedeschi, Francesco Santoro fu ucciso a Badia di Sulmona. La decorazione alla memoria così lo ricorda: "Ufficiale di elette virtù militari, all'atto dell'armistizio si sottraeva alle imposizioni delle autorità tedesche e decideva di portarsi in territorio nazionale liberato per continuare ad adempiere con onore il suo dovere di soldato. Catturato in prossimità del fronte, veniva sottoposto ad un giudizio sommario e condannato a morte perché in possesso di notizie sullo schieramento tedesco. Alle offese e alle violenze degli inquisitori reagiva con contegno altero e sprezzante, accogliendo con visibile fermezza la comunicazione della suprema condanna. Poco dopo, in audace tentativo di sfuggire ai suoi aguzzini, veniva barbaramente trucidato".