Franco Busetto
Originari di Pellestrina, in Veneto, i genitori di Franco si erano trasferiti a Napoli per insegnare al liceo Vittorio Emanuele II. Il padre, Natale, molto attivo nell'ambiente culturale partenopeo, ha rapporti con Benedetto Croce e gli intellettuali liberali. I Busetto vivono poi a Messina e a Catania per seguire la carriera accademica del capofamiglia, divenuto docente universitario. Più tardi, ottenuta una cattedra alla facoltà di Lettere dell'Ateneo di Padova, Natale torna in Veneto con la moglie Maria e i quattro figli: Franco, Italo, Elio e Letizia.
Nella città patavina, Franco studia al liceo Tito Livio e a soli 16 anni, nel 1937, consegue a pieni voti la maturità classica. Si iscrive all'università, facoltà di Ingegneria, la più giovane matricola d'Italia. Entra nei Guf, i suoi punti di riferimento sono Concetto Marchesi, futuro rettore, Egidio Meneghetti, Eugenio Curiel, Ettore Luccini, Norberto Bobbio e l'artista Tono Zancanaro. Nel 1940, a Bologna, partecipa ai littoriali della cultura e dell'arte. Nello stesso anno, il Paese entra in guerra.
Busetto è chiamato al servizio militare: a Bassano del Grappa segue il corso allievi ufficiali e poi, sottotenente degli Alpini nella Divisione Julia, è di stanza a Tolmezzo. Partecipa ad azioni militari in Francia e Jugoslavia, assistendo alle atrocità commesse dai fascisti contro la popolazione: un'esperienza determinante nella scelta di aderire al Partito comunista.
L'8 settembre lo coglie nel Lazio, mentre frequenta un corso per paracadutisti. Rientrato a Padova, aderisce alle formazioni partigiane garibaldine: diviene ufficiale di collegamento del Comando Triveneto e guida la Brigata “Tre Venezie”. Nell'agosto '44, tradito e denunciato, è arrestato dalla polizia fascista e condotto nella clinica del prof. Oselladore, in via Diaz, sede del comando SS. Interrogato e torturato, viene deportato al campo di concentramento di Bolzano, con destinazione Mauthausen. Nel campo di lavoro e di sterminio austriaco arriva a novembre, riceve gli stracci grigi e celesti, il triangolo rosso dei “politici” e il n° 113922. Nel lager sono reclusi anche Giuliano Pajetta, fratello di Giancarlo, Raimondo Ricci, futuro terzo Presidente Nazionale ANPI, Bepi Calore, medico e dirigente del Partito d'Azione. Franco, addetto alla sorveglianza dei magazzini alimentari, entra nell'organizzazione comunista clandestina. Sceglierà solo molto più tardi di raccontare quei terribili giorni nel libro Tracce di memoria: dall'università a Mauthausen.
Dopo la liberazione del campo, nel maggio ‘45, Franco riprende gli studi laureandosi due anni dopo. Approfondisce i contatti con i suoi “maestri” di vita e ideali del primo periodo universitario. Cerca di sbarcare il lunario come può, dividendo il tempo tra l'incarico di funzionario del Pci e l'insegnamento di elettrotecnica all'istituto Marconi. Nel 1952 è eletto in Consiglio comunale e diviene segretario provinciale del PCI. Lo rimarrà fino all'elezione in Parlamento, nel 1958, confermato alla Camera per quattro legislature, fino al 1976.
Istituito un rapporto profondo con operai e soprattutto contadini, intuì precocemente l'importanza della tutela idrogeologica del territorio. Grazie al suo impegno fu varata la Commissione d'inchiesta per la ricerca delle responsabilità della catastrofe del Vajont, approvate leggi per la salvaguardia della Laguna di Venezia e dei Colli Euganei e per il servizio nazionale di Protezione civile.
Dopo Montecitorio Busetto ha riservato ogni energia all'ANPI, in qualità di Presidente regionale del Veneto e componente del Comitato Nazionale dell'Associazione. Si è speso nella battaglia contro il terrorismo, per avviare un percorso di concordia coi familiari delle vittime della strage di Schio, testimoniando nelle scuole la memoria della Resistenza e, nei suoi ultimi anni, contro l'ampliamento della base americana di Vicenza. Tra i numerosi libri pubblicati, comprese raccolte di liriche, ricordiamo per le edizioni il Poligrafo: Studenti universitari negli anni del duce; Dall'orrore alla speranza, la Shoah nelle scuole tra storia e memoria; Il corridoio dei passi perduti, esperienze di un parlamentare dell'Italia repubblicana.