Gaetano Bottini
Era conosciuto dai suoi compagni col nome di battaglia “Mauro”. Dopo aver guidato a Milano, dall’8 settembre 1943 al febbraio 1945 le SAP della zona Sempione, inquadrate nella 111ma Brigata Garibaldi, Bottini fu sorpreso dai fascisti in piazza Piemonte, dove aveva appuntamento con un altro partigiano. I fascisti erano arrivati a lui, dopo aver sottoposto a tortura un patriota che non era riuscito a resistere alle loro sevizie.
Accortosi che stava per cadere in trappola, “Mauro” ingaggiò con i repubblichini una lotta furibonda, anche per allertare il patriota (“Alvaro”), col quale doveva incontrarsi. “Mauro”, (ferito) e “Alvaro”, finirono per essere catturati, ma grazie all’intervento di un medico che si trovava casualmente sul posto furono trasportati al Policlinico, di dove, dopo due giorni, riuscirono a fuggire.
Ripresi i contatti con il comando delle Garibaldi, “Mauro” e “Alvaro” nel febbraio del 1945 erano già in Valle Olona, dove a Bottini fu affidato il comando di una Divisione partigiana, che in breve tempo riuscì a liberare dalla presenza nazifascista molti paesi della zona.
Proprio il giorno della Liberazione “Mauro” cadde a Samarate, mentre combatteva per liberare degli ultimi fascisti che vi si erano asserragliati la sede del Municipio.
Oggi la Biblioteca comunale di Samarate porta il suo nome. Ricorda il sacrificio di Gaetano Bottini anche una lapide collocata a Milano in Via delle Forze Armate.