Gastone Piccinini
Piccinini è sopravvissuto all'eroico gesto che, il 20 maggio 1944, l'ha accomunato al suo compagno Sergio Tavernari, ma ha passato il resto della vita su una carrozzina. La massima ricompensa al valor militare che gli è stata assegnata per il suo coraggio dice: "All'inizio del movimento di liberazione varcava audacemente le linee nemiche portando con sé un apparecchio radiotrasmittente, per prendere parte attiva alla lotta in territorio occupato dai nazi-fascisti. Catturato dall'avversario riusciva, ad evadere portando in salvo l'apparecchio radio, riprendeva il suo posto di radiotelegrafista addetto al servizio degli aviolanci e volontariamente partecipava anche a tutti i fatti d'arme della sua brigata partigiana, distinguendosi per ardimento e sprezzo del pericolo. Mentre in una casa di Milano trasmetteva messaggi veniva accerchiato. Per sfuggire alla cattura da parte del nemico, dopo aver distrutto l'apparecchio radio ed i cifrari ed essersi difeso sino all'ultima cartuccia, per non cadere vivo nelle mani dell'avversario, si lanciava nel vuoto dal quinto piano abbracciato al suo unico compagno gridando: "Viva l'Italia". Con le membra orribilmente sfracellate e la spina dorsale fratturata ma ancora vivo, veniva raccolto dai tedeschi nella vana speranza di sapere i nomi dei suoi compagni di lotta. Il fiero silenzio da lui conservato nonostante le atroci sofferenze ed i crudeli martiri, frustrava i vani tentativi del nemico e dopo un anno di dolorosa degenza, infranta l'oppressione nazi-fascista, veniva liberato dai compagni ancora ammirati del ricordo delle sue gesta e portato a braccia con le membra inesorabilmente e per sempre spezzate e la spina dorsale lesionata, nella smagliante luce del sole d'Italia redenta". La gravissima menomazione non ha impedito a Piccinini di svolgere, nel dopoguerra, la sua attività nella sezione locale dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, di cui è stato presidente onorario, nell'Associazione Mutilati e Invalidi di guerra e nell'Associazione (era capitano di corvetta onorario), dei Marinai Militari in congedo. Soprattutto non gli ha impedito di occuparsi, sempre in carrozzina, ma con un entusiasmo ineguagliabile, del suo sport preferito: il canottaggio. Da ragazzo, infatti, Piccinini (remando per la "Canottieri Timavo" di Monfalcone) era riuscito a vincere un titolo nazionale. Poi c'erano state la guerra e la Resistenza, conclusa con quel salto dal quinto piano. Ma dopo il conflitto Piccinini era riuscito a diventare allenatore e presidente di una piccola associazione sportiva di Castiglion dei Pepoli, la "Canottieri Brasimone", che aveva fatto crescere sino a farla diventare, a Casalecchio, il più importante centro remiero della provincia di Bologna. Nel 2004 il Centro è stato intitolato a questo eroe della Resistenza. Porta il nome di Gastone Piccinini anche una piazza di Rastignano di Pianoro, il Comune dove risiedeva.