Giancarlo Lelli
Entrato nella Resistenza col nome di battaglia di “Pampurio” aveva combattuto sull’Appennino tosco-emiliano, partigiano nelle Brigate Garibaldi “Bianconcini” e “Camicie Rosse”. Lelli, che era al comando di un battaglione, era già stato catturato, nel mese di settembre, dai tedeschi di stanza a Loiano (BO), ma era riuscito a liberarsi e a tornare con i suoi partigiani. Ai primi di ottobre prese parte ai combattimenti contro i nazifascisti che avvennero a Molino e Sant’Anna, presso Monterenzio. Il ragazzo, ferito gravemente al ventre, non potè essere operato sul posto (c’era a Ca’ del Vento una infermeria partigiana) e neppure essere trasferito, date le sue condizioni, in un ospedale più attrezzato. “La sua morte – come è stato scritto - divenne una certezza consapevole, sopportata con coraggio e dignità ammirevoli”. Dopo la Liberazione a Giancarlo Lelli è stata concessa la decorazione alla memoria con questa motivazione: “In un’ardua azione rivolta ad impedire il collegamento di reparti nemici, veniva attaccato da una forte pattuglia tedesca. Essendosi difeso sino all’ultima cartuccia ed avendo rifiutato la resa, veniva sopraffatto e colpito a morte. Fulgido esempio di attaccamento al dovere e di indomito coraggio”.