Giani Stuparich
Laureato a Firenze in Letteratura italiana, durante la Prima guerra mondiale aveva partecipato al conflitto nei Granatieri di Sardegna, restando due volte ferito e meritando la Medaglia d’oro al valor militare.
Insegnante di Lettere in un liceo di Trieste dal 1921 al 1941, non si iscrisse mai al PNF. Nel 1945, per i suoi collegamenti con la Resistenza, fu arrestato (con la madre Gisella Gentili e la moglie Elody Oblath). Rinchiuso nella Risiera di San Sabba, lo scrittore ne uscì con le due donne dopo una settimana, grazie dall’intervento del prefetto di Trieste e del vescovo Santin.
Membro del CLN triestino, dopo la Liberazione Stuparich ha fondato a Trieste il Circolo della Cultura e delle Arti. Sino al 1955 mantenne la sua collaborazione a “La Stampa” di Torino, iniziata nel 1932, e sino a poco prima della morte ha collaborato a “Il Tempo” di Roma. In molti suoi articoli la “questione” di Trieste e della Venezia Giulia.
Della produzione letteraria di Stuparich, tradotta in molte lingue, basti qui ricordare “L’Isola”; pubblicata con l’Einaudi nel 1942, “L’Isola” è considerata da molti critici un capolavoro e nel 1979 la RAI ne trasmise una trasposizione cinematografica.
“Il ritorno del padre” uscito, sempre per l’Einaudi, pochi giorni prima della scomparsa dello scrittore triestino, è stata l’ultima fatica letteraria di Giani Stuparich.