Giannino Bosi
Frequentata la Scuola allievi ufficiali di Avellino, Bosi al momento dell’armistizio era sottotenente di complemento presso il 1° Reggimento fanteria della Brigata “Re”. Subito dopo l’8 settembre, fu tra gli organizzatori delle prime formazioni partigiane nel Friuli e si distinse al comando di un’unità che, per oltre un anno, combatté i nazifascisti muovendosi sulle alture lungo il Tagliamento.
Durante l’offensiva antipartigiana sferrata in forze dai tedeschi nell’autunno-inverno del 1944, Giannino Bosi e i suoi compagni resistettero agli attacchi con grande determinazione. In un ultimo cruento scontro con i tedeschi, avvenuto tra Meduna e il Tagliamento, i partigiani finirono per esaurire le munizioni.
Il giovane ufficiale, per non cadere vivo nelle mani del nemico, riservò a se stesso l’ultima pallottola, come è ricordato nella motivazione della massima ricompensa al valore che suona: “Sottotenente di complemento dell’Esercito, subito dopo l’8 settembre 1943, anelante della libertà della Patria, si ritirava sulle colline del Friuli, dove organizzò il primo nucleo di patrioti friulani. Braccato dalle truppe germaniche che in lui temevano un fiero nemico, si trasferiva con la propria formazione sulle montagne del Tagliamento e, vincendo i rigori del rigido inverno, organizzava un forte gruppo di reparti animandoli del suo stesso spirito combattivo e della sua stessa fede patriottica. Animato da un profondo spirito di sacrificio ed assertore convinto dei principi di giustizia e liberta fu sempre di esempio a tutti, senza mai risparmiarsi, nei disagi, nelle privazioni e nei pericoli. Nel corso di poderose offensive nemiche fu l’anima della difesa, trascinando con l’esempio i suoi uomini in lotte vittoriose. Durante l’offensiva sferrata dal nemico nell’autunno del 1944 nella zona tra Medusa e Tagliamento, circondato da soverchianti forze, continuò a combattere strenuamente e, piuttosto che arrendersi e cadere vivo nelle mani dell’avversario, rivolse la propria arma contro se stesso e. dopo aver gridato per l’ultima volta “Viva l’Italia” si uccise.”
Nello stesso modo, e al suo fianco, finì la compagna di Bosi, Jole De Cillia. La giovane partigiana, conosciuta nella Resistenza come “Paola”, è stata decorata di Medaglia d’Argento alla memoria.
Nel cimitero di Piacenza, dove la salma di Bosi è stata tumulata dopo la guerra, è stato eretto un piccolo monumento che lo raffigura in veste di partigiano. Al nome di Giannino Bosi è intestata, sempre a Piacenza, una Sezione dei Democratici di sinistra.