Gildo Milano
Era ancora studente quando, lasciata la sua famiglia nel “Palazzo rosso” di Sale delle Langhe, era entrato nella Resistenza nell’ambito della Brigata autonoma “Mauri”. In breve tempo il giovane era, diventato il leggendario comandante della “Brigata Pedaggera”, che combatteva contro i nazifascisti nella zona del Cuneese, tra Montezemolo e Ceva.
Protagonista di azioni particolarmente audaci Gildo, che come nome di battaglia aveva conservato il suo, dopo la Liberazione è stato decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare con una motivazione che dice: “Giovane studente, combattente della Lotta di Liberazione, forniva ripetute prove di capacità e valore assurgendo alla carica di comandante di Brigata. Alla testa dei suoi uomini si distingueva particolarmente mantenendo una posizione di ala nel corso di un duro combattimento. Sosteneva con bravura tre attacchi in forze, due volte contrattaccando con grande slancio. Completamente circondato, dopo lunga e sanguinosa lotta, riusciva ad aprire un varco e a riunirsi con i superstiti al grosso della sua Divisione, dopo di avere, con l’eroica resistenza, pienamente assolto il compito ricevuto”- Passo della Pedaggera (Cuneo), 16 novembre 1944.
Proprio sugli scontri che gli sono valsi la decorazione al valore, Gildo Milano, nel dopoguerra aveva pubblicato un libro dal titolo Nebbia sulla Pedaggera, che è stato ripubblicato con grande successo poco prima della scomparsa dell’ex comandante partigiano.
Gildo Milano, i cui funerali si sono svolti proprio partendo dal “Palazzo rosso”, dopo la Liberazione era stato eletto sindaco di Sale delle Langhe. Per singolare coincidenza, come ha sottolineato un partecipe, commosso comunicato dell’ANPI di Savona, lo stesso giorno della morte di Gildo è scomparso a Saliceto (CN) anche Augusto Pregliasco, che di Gildo Milano era stato ufficiale di collegamento e, sempre il 12 agosto a Finale, è morto pure l’ex partigiano Giovanni Colombo.