Gino Gatta
Gatta era nato a Campiano, una frazione di Ravenna, dove abitava la sua famiglia di braccianti agricoli. Per il figlio di un bracciante le sole opportunità di non dover ripetere il mestiere del padre, erano offerte dall'esodo nel capoluogo e dall'apprendistato nelle botteghe artigianali. Così "Zalet", (questo il nomignolo col quale era chiamato e che sarebbe poi stato il suo nome di battaglia durante la Resistenza), divenne garzone presso un negozio da barbiere di via Ravegnana. L'esercizio, che nel tempo fu poi gestito dal fratello maggiore di Gino, fu presto punto di incontro fra vecchi socialisti e militanti antifascisti. Alla vigilia delle celebrazioni per il decennale della marcia su Roma, il 18 ottobre 1932, "Zalet" viene arrestato con altri oppositori del regime. Sospettato di aver diffuso volantini sovversivi, è schedato come "comunista" nel Casellario Politico Centrale. Dopo essere stato sottoposto ad ammonizione e vigilanza permanente, è amnistiato nel gennaio dell'anno successivo. Le sue idee politiche gli procurano però minacce e intimidazioni tali da fargli temere per la propria vita. Da qui la decisione di partire per la Francia, dove a Houilles conosceva Otello Rossi, un amico espatriato da Ravenna. Presso Rossi, "Zalet" si ferma, in attesa di passare in Spagna per combattere tra i volontari delle Brigate Internazionali. Impossibilitato ad attraversare il confine pirenaico, Gatta rientra a Ravenna e si dedica alla ricomposizione della cellula politica del Borgo San Rocco, decimata dagli arresti. Privato della licenza da barbiere, costretto a fare il birocciaio, "Zalet" riprende i contatti con i comunisti più attivi, tanto da essere presto considerato un dirigente tra i più autorevoli del suo partito. Di grande rilievo fu così, dopo l'8 settembre 1943, il suo ruolo nella Resistenza ravennate: contribuì alla costituzione delle prime formazioni partigiane, fu comandante provinciale delle SAP, Commissario politico della 28° Brigata Garibaldi e figura chiave in occasione della "Battaglia di Ravenna", meriti per i quali fu poi insignito (il 21 novembre 1983), della Medaglia d'argento al Valor Militare. Il 6 aprile 1946, dopo le prime libere elezioni amministrative, Gino Gatta divenne Sindaco di Ravenna con 30 voti su 40 consiglieri, a capo di una lista unica, frutto dell'alleanza tra PCI, PSIUP e Partito d'Azione. Il 22 aprile 1950 Gatta si dimise dalla carica di Sindaco, ma rimase sulla scena politica ancora fino al 1956 come Vice presidente dell'Amministrazione provinciale di Ravenna. Ritiratosi a vita privata si isolò nella pineta di Classe sino alla fine dei suoi giorni, conservando fino all'ultimo la sua forte personalità di uomo onesto, tenace, austero ma disponibile per tutti e, soprattutto, sempre coerente con i suoi principi. Il 13 giugno 2007 nella pineta di Classe, a Ca' Giansanti, con la collaborazione dell'ANPI, è stata scoperta una targa in ricordo di "Zalet" ed è stato proiettato il documentario L'armata delle valli, nel quale Sergio Zavoli intervista, nel 1967, il primo sindaco di Ravenna eletto dopo la Liberazione. Su quest'antifascista, Pier Paolo D'Attorre ha pubblicato Gino Gatta, Zalet.