Gino Soldà
Famoso alpinista e scalatore aveva compiuto la sua prima impresa a 17 anni, scalando nel gruppo delle Piccole Dolomiti la parete est del Baffelan, che si erige proprio ai piedi della casa dove era cresciuto. Sino al 1936 fu, per Soldà, un susseguirsi di ascensioni arditissime. Durante la Seconda guerra mondiale profuse il suo impegno soprattutto nel portare in salvo in Svizzera, con Rinaldo Araldi e Torquato Fraccon, ebrei perseguitati.
Quando, con Fraccon, costituisce il battaglione partigiano “Tordo Valdagno”, Gino Soldà si distingue nell’attacco, a San Vito di Leguzzano, ai repubblichini della Legione “Tagliamento”.
Nel dopoguerra, Soldà non ha smesso mai il suo impegno di alpinista ed ha continuato ad arrampicare sino a tarda età; ma già nel 1954, a 47 anni, chiamato da Ardito Desio a far parte della spedizione italiana sul K2, si era trovato ad essere il più anziano fra gli scalatori del gruppo, che comprendeva Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, che raggiunsero la vetta della montagna tra il Pakistan e la Cina considerata l’Ottomila più impegnativo del mondo.
A Gino Soldà è dedicata una struttura presso il rifugio alpino di Passo di Campogrosso; un monumento gli è stato eretto nella città natale; molte Sezioni del Club Alpino Italiano portano il suo nome.