Giorgio Bo
Docente in Diritto civile insegna a Modena, a Ferrara e quindi a Genova. Antifascista, è tra i 44 docenti universitari che, dopo il 25 luglio 1943, firmano un documento che plaude alla caduta di Mussolini e alla libertà riacquistata. Ha partecipato alla lotta di liberazione come rappresentante dei democristiani del Nord Italia, mantenendo i collegamenti tra i resistenti liguri e lombardi e portandosi al Sud per accordarsi col Governo Bonomi.
Nel 1946, Bo è eletto consigliere comunale di Genova e, come dirigente regionale della DC, si batte per la Repubblica al referendum istituzionale. Senatore dal 1948 al 1976, dal 1953 al 1957 (quando è nominato ministro delle Partecipazioni Statali), è vice presidente dell'Assemblea di Palazzo Madama. Sostiene la "legge Scelba" contro la ricostituzione del partito fascista, si impegna per l'unificazione europea e, nel '58, diventa, con Fanfani, ministro dell'Industria e Commercio. L'anno successivo è ministro, con Segni, delle Partecipazioni Statali e si dimette con altri ministri della sinistra dc quando i voti missini diventano determinanti per la formazione del Governo Tambroni.
È intitolata a Giorgio Bo una via del Quartiere Aurelio di Roma. Tra i suoi libri: Verso lo Stato moderno, pubblicato da Vallecchi.