Giovanni Badalini
Tenente pilota, aveva partecipato alla Seconda guerra mondiale nel 50° Gruppo autonomo compiendo oltre 180 missioni, per le quali aveva ottenuto due Medaglie d'argento, una di bronzo e due Croci di Guerra. Il 13 luglio 1943, durante un combattimento, l'aereo di Badalini era stato abbattuto. Raccolto in mare, l'ufficiale era stato portato in un campo di prigionia, di dove era stato rilasciato nell'ottobre del 1943, dopo essersi offerto di combattere contro i tedeschi. Badalini era stato così impegnato prima nell'88° Gruppo da bombardamento della ricostituita Aeronautica militare italiana e poi nel 28° Gruppo dello Stormo "Baltimore".
La motivazione della massima ricompensa al valor militare, che gli è stata concessa nel 1947, quando già era tornato all'attività civile, suona: "Pilota di eccezionale perizia, combattente arditissimo ed entusiasta, in linea dal primo all'ultimo giorno di guerra, facendo della sua missione di ufficiale un apostolato, si prodigava in ogni più dura contingenza oltre il limite delle umane possibilità. Abbattuto in fiamme e ferito in durissimo combattimento, veniva catturato dopo 15 ore di permanenza in mare col solo aiuto del salvagente. Dopo l'armistizio, allo scopo di partecipare alla liberazione del proprio paese, si offriva per una rischiosissima missione, facendosi lanciare col paracadute in territorio italiano occupato dai tedeschi. Assolta la missione passava a piedi le linee e riprendeva il suo posto presso un reparto combattente contribuendo, con estenuante e proficua opera in volo ed a terra, alla rinascita dell'Arma. Il suo esempio perpetua le più fulgide virtù militari dei combattenti dell'aria".