Giovanni Bassanesi
Aveva insegnato ad Aosta ed era poi emigrato a Parigi, dove era diventato presidente di una sezione della "Lega dei diritti dell'uomo". Espulso dalla Francia nel 1929, per aver lanciato manifestini antifascisti durante uno spettacolo di Mascagni a Parigi, ottenne poi di potervi tornare. In Francia, Bassanesi aderì al Movimento di Giustizia e Libertà e, aiutato da Carlo Rosselli, conseguì il brevetto di pilota.
In compagnia di un aviatore francese, fatto scalo nel Canton Ticino, prese a bordo un antifascista italiano (Gioacchino Dolci), e con lui puntò su Milano. Alle 12,10 dell'11 luglio 1930, cadde sui milanesi una pioggia di volantini che li spronavano a lottare in ogni forma contro la dittatura. Ripreso il volo verso la Svizzera, Bassanesi lasciò il suo accompagnatore a Mendrisio e puntò sulla Francia. Non riuscì però a superare le Alpi e, costretto ad un atterraggio di fortuna, fu tratto dai rottami gravemente ferito.
Negli anni della guerra civile in Spagna, l'antifascista valdostano si offrì vanamente di ripetere, a favore della Repubblica democratica, l'impresa milanese. L'intellettuale azionista finì i suoi giorni nell'Ospedale psichiatrico di Montelupo, dove l'aveva fatto ricoverare un medico fascista; sulla sua vicenda, l'editore Rubattino ha pubblicato il libro di Gino Nebiolo dal titolo L'uomo che sfidò Mussolini dal cielo. Vita e morte di Giovanni Bassanesi.