Giovanni Battista Torre
Lavorava ai Cantieri navali "Odero Sestri" ed aveva prestato servizio militare in Marina come furiere. Dopo il congedo, Torre aveva ripreso il suo lavoro in fabbrica. All'annuncio dell'armistizio, lasciò i cantieri ed entrò in una formazione partigiana del CVL di Genova. Ferito durante uno scontro con i fascisti e catturato, per un mese Torre resistette ad ogni sorta di tortura, finché non fu fucilato ai bastioni di Forte San Giuliano. Questa la motivazione della MdO alla memoria: "Dopo l'armistizio, per quanto in menomate condizioni di salute, entrava entusiasticamente a far parte del movimento di liberazione e si distingueva ripetutamente, nel corso di difficili e pericolose missioni, per decisione e coraggio. Ferito nella esecuzione di un colpo di mano, imponeva ai compagni di porsi in salvo e permetteva loro di farlo con l'attirare su di sé l'attenzione degli inseguitori. Caduto nelle mani del nemico, veniva, per un mese, sottoposto a crudeli sevizie e manteneva sino alla fucilazione fiero ed esemplare contegno, nulla rivelando sull'organizzazione partigiana".