Giovanni Cervi
Durante il fascismo era stato allontanato dall'insegnamento universitario ed era andato a lavorare come capo dell'ufficio tecnico alla Caproni di Taliedo. Nello stabilimento milanese, l'ingegnere si era conquistata la generale stima dei lavoratori che, alla caduta del regime, lo vollero a capo della loro commissione interna. Dopo l'armistizio Giovanni Cervi entrò nella Resistenza, organizzando il sabotaggio nelle fabbriche che producevano per i nazifascisti. Arrestato dalle SS il 3 novembre 1943, il mese dopo Cervi fu prelevato dal carcere con altri sette patrioti, trasportato all'Arena e qui fucilato per rappresaglia per l'attentato al federale fascista di Milano Aldo Resega. Sulle mura esterne dell'Arena di Milano è stata posta, dopo la Liberazione, una lapide con la seguente epigrafe: "In questa arena il 19 dicembre 1943 vennero fucilati Carmine Campolongo, Fedele Cerini, Giovanni Cervi, Luciano Gaban, Alberto Maddalena, Carlo Mendel, Amedeo Rossin, Giuseppe Ottolenghi, rei di aver cospirato per l'onore e la libertà della patria". Sempre a Milano, all'altezza del numero 35 di viale Bianca Maria, è stata posta una targa che ricorda Cervi e il dottor Mino Steiner. Sulla targa è inciso: "I patrioti/ ing. Giovanni Cervi/ fucilato all'Arena di Milano 19-12-1943/ dott. Mino Steiner/ caduto a Mauthausen 3-4-1945/ siano ricordati e glorificati/ a esempio di estrema dedizione/ agli ideali supremi della Libertà/ Ventennale della guerra di Liberazione".