Giovanni Cosattini
Fu uno dei pionieri del socialismo in Friuli, dove esercitava la professione ed era considerato uno dei più valenti legali. Seguace di Turati, amico fraterno di Matteotti (sedeva al suo fianco alla Camera, quando il martire socialista denunciò le violenze e i brogli fascisti nelle elezioni del 1924 e proprio a Cosattini, che si congratulava, Matteotti rivolse la frase "Però voi adesso preparatevi a fare la mia commemorazione funebre"). L'avvocato fu tre volte deputato, tra il 1919 e il 1925. Nel 1926 gli squadristi gli incendiarono la casa e lo studio, ma Cosattini non si piegò mai e i socialisti friulani, durante il regime, lo ebbero come riferimento. Durante la Guerra di liberazione, Cosattini rappresentò il PSI nel CLN provinciale e, dopo la sconfitta dei nazifascisti, fu designato sindaco di Udine. Per tre anni dedicò le sue energie e la sua competenza all'opera di ricostruzione e alla ripresa della vita civile e democratica della sua città, anche quando, nel 1946, fu eletto all'Assemblea Costituente e, nel 1948, fu nominato senatore. Visse i suoi ultimi anni con l'angoscia di non aver più rivisto uno dei figli, Luigi, dirigente del Partito d'Azione: deportato dai tedeschi, Luigi non sarebbe mai più tornato da Buchenwald. Sul dirigente socialista, Paolo Alatri ha scritto un libro dal titolo Giovanni Cosattini (1878-1954) Una vita per il Socialismo e la Libertà. Al sindaco della Liberazione, gli udinesi hanno intitolato una via.