Giovanni Favagrossa
All'annuncio dell'armistizio, nonostante la giovanissima età, Favagrossa aveva raggiunto le formazioni partigiane che si andavano costituendo nel Cremonese. Si fece subito notare per le sue capacità organizzative e il suo coraggio, tanto che, dopo mesi di resistenza ai nazifascisti, al ragazzo fu affidato il comando di una Brigata. Non poté festeggiare la Liberazione. Morì, infatti, il 24 aprile quando, come ricorda la motivazione della ricompensa al valore, "... venuto a conoscenza che un reparto avversario - dopo aver costituito una testa di ponte sul fiume Po - tentava di prendere alle spalle importanti formazioni partigiane, affrontava decisamente il nemico, nonostante la inferiorità delle forze e dei mezzi, infliggendogli dure perdite e sventando così la grave minaccia. Nel duro combattimento, cadeva eroicamente alla testa dei suoi uomini".