Giovanni Fontanot
Vecchio antifascista, cugino dei fratelli Giacomo e Giuseppe Fontanot che, nel 1923, per sottrarsi alle persecuzioni dei fascisti erano emigrati in Francia, aveva voluto restare a Muggia, subendo negli anni del regime arresti e condanne. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, nonostante avesse superato i settant'anni, Giovanni Fontanot decise di prendere parte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza friulana. I tedeschi lo arrestarono a Pozzuolo del Friuli (Udine), il 23 dicembre 1943 e lo deportarono. Giovanni Fontanot non sopravvisse a lungo ai rigori del campo di concentramento di Dachau, dove era stato rinchiuso. Anche due dei suoi figli, Licio e Armido, hanno dato la vita per la libertà, combattendo nelle file della Resistenza italiana. Soltanto un figlio di Giovanni si è salvato, Vinicio, che a trent'anni comandò il 3° Battaglione della "Brigata Proletaria". Con il nome di battaglia di "Petronio", condusse i suoi uomini in numerose azioni di guerra contro le SS della Divisione "Hermann Goering". Ne ebbe come ricompensa l'arresto, col cugino Spartaco Romano, quattordici anni dopo la Liberazione. Processati con l'accusa di aver ucciso, il 30 aprile 1945, un fascista repubblichino per rapinarlo, i due partigiani furono ampiamente assolti perché fu dimostrato che la loro era stata una legittima azione di guerra.