Giovanni Frignani
Era partito come volontario, nel 1915, per la Prima guerra mondiale, partecipandovi prima nel Corpo Nazionale Volontari Ciclisti e poi, come tenente, nel 28° Reggimento fanteria. Nel 1918 combatté sul Piave e fu decorato con Medaglia di bronzo al valor militare. Nel 1919 il giovane ufficiale passò nell'Arma dei carabinieri, prestando servizio a Parma, a Medicina e a Trieste. Promosso capitano, nel 1929 Frignani fu chiamato a Roma come capo del servizio informazioni del Corpo d'Armata, incarico che rivestì per cinque anni. Comandò in seguito la Compagnia Tribunali e, con il grado di tenente colonnello, il Gruppo interno dei RR.CC. di Roma. Nel giugno del '43, entrato in possesso di documenti segreti tedeschi da cui risultava che Hitler considerava l'Italia come zona di occupazione, l'alto ufficiale ne informò Mussolini, che non trovò di meglio che ordinare il trasferimento di Frignani in Francia. Il provvedimento non fu però mai eseguito. Il 25 luglio, infatti, su ordine del re, lo stesso Frignani arrestò Mussolini, all'uscita da Villa Savoia e ne curò il trasferimento a Ponza. Dopo l'armistizio, Frignani, entrò nel Fronte militare clandestino di Montezemolo. Raccolti al suo fianco numerosi carabinieri, li organizzò nella banda "Generale Caruso", della quale divenne uno dei capi con il maggiore Ugo De Carolis e il capitano Raffaele Aversa. Il 23 gennaio 1944 l'ufficiale fu catturato dalla Gestapo, in seguito a delazione, nella casa di una signora romana. Tradotto dai nazisti nella sede del Comando tedesco di via Tasso, insieme alla moglie Lina e ai commilitoni Aversa e De Carolis, Frignani fu rinchiuso nella cella n° 2, in compagnia del generale Martelli Castaldi. Più volte torturato, anche in presenza della moglie, l'ufficiale dei CC fu fucilato, due mesi dopo, alle Fosse Ardeatine. Così è ricordato nella motivazione della massima ricompensa al valor militare: " Ufficiale superiore dei carabinieri riuniva attorno a sé numerosi carabinieri sottrattisi alla cattura dei nazifascisti, organizzandoli, assistendoli moralmente e materialmente, inquadrandoli e facendone un organismo omogeneo, saldo, pronto ad ogni prova. Arrestato sopportava per due mesi, nelle prigioni di via Tasso, torture e sofferenze per non tradire la sua fede di patriota ed il suo onore di soldato con rivelazioni sull'organizzazione militare clandestina. Martoriato, con lo spirito fieramente drizzato contro i nemici della Patria, piegava il corpo solo sotto la mitraglia del plotone di esecuzione". A Roma scuole e strade portano il nome di Giovanni Frignani.