Giovanni Parodi
Militante socialista dal 1909, si distinse, a Torino, nelle lotte operaie del primo dopoguerra come bordighiano, ma fortemente legato all'Ordine Nuovo e ad Antonio Gramsci. Tra i più attivi organizzatori dei Consigli di fabbrica, nel 1920 diresse l'occupazione delle fabbriche e, nel 1921, fu tra i fondatori del PCdI. Perseguitato dai fascisti, Giovanni Parodi fu costretto ad espatriare. Tornato in Italia nel 1927 per riprendervi la lotta antifascista, dopo sei mesi fu arrestato e condannato dal Tribunale speciale a 21 anni di reclusione. Riacquistata la libertà, per amnistia, dopo dieci anni di prigione, Parodi riuscì a riparare clandestinamente in Francia, dove diresse l'organizzazione dei comunisti emigrati. All'annuncio dell'armistizio rientrò in Italia per prendere parte alla Resistenza. Segretario della Federazione comunista di Genova e membro del Triumvirato insurrezionale della Liguria, dopo la Liberazione Giovanni Parodi fu segretario generale della FIOM. Membro del CC del PCI, è stato anche presidente della Federcoop di Torino. Il suo L'occupazione delle fabbriche - Fascismo e antifascismo (1918-1936) è stato pubblicato l'anno della sua morte.