Giuseppe Casini
Al momento dell'armistizio si trovava in Francia, come sergente della Guardia alla Frontiera. Lasciata Mentone, Casini raggiunse le montagne della Garfagnana, dove gli fu subito affidato il comando di una piccola formazione partigiana. Ben presto "Pino" (questo il suo nome di battaglia), per il coraggio dimostrato in numerose azioni contro i nazifascisti, divenne comandante di una Brigata della Divisione "Lunense". Cadde in un'imboscata delle Brigate nere mentre, con la sua pattuglia, ritornava da un'azione. La massima ricompensa al valore è stata concessa alla memoria di Giuseppe Casini con questa motivazione: "Organizzatore di unità partigiane, partecipò col suo reparto a numerose azioni di guerriglia e ad arditi atti di sabotaggio, che gravi danni arrecarono al nemico. Valoroso tra i valorosi, seppe trasfondere nei suoi uomini il proprio ardimento e mai arretrò innanzi al pericolo. Sorpreso da un reparto nazifascista mentre alla testa di una pattuglia tornava da una audace azione, accettava combattimento e lo sosteneva con leonino ardore fino all'ultima cartuccia, per dare modo ai compagni di sfuggire alla cattura. Gravemente colpito alla gola mentre, sempre impugnando la sua arma automatica cercava di ritirarsi per ultimo, veniva raggiunto dall'avversario, che lo finiva a bruciapelo ed esalava l'ultimo anelito dopo aver avuta la forza, nei rantoli dell'agonia, di confermare in faccia al rabbioso nemico la sua fede nella redenzione della Patria. Luminoso esempio di ardimento e di cameratismo". Per ricordare "Pino", nel 1946 i superstiti della "Lunense" hanno eretto sulla strada statale 446, presso Pilastri, un cippo con la sua effigie. Cinquant'anni dopo, il Comune di Pilastri vi ha aggiunto una lapide in ricordo dell'eroe della Resistenza.