Giuseppe Cederle
Studente di Lettere e Filosofia all'Università Cattolica di Milano, nel febbraio del 1941 era stato chiamato alle armi. Sottotenente di complemento, Cederle era stato destinato al 61° Reggimento Fanteria motorizzata e poi aggregato al 22° Battaglione dislocato a Nocera Inferiore. Dopo l'8 settembre 1943, il giovane ufficiale prese parte alla Guerra di liberazione, inquadrato nel 67° Reggimento Fanteria del Gruppo di combattimento "Legnano". Cadde, combattendo contro i tedeschi a Quota 343 sulle balze del Monte Lungo. "Benché appartenente a reparto non impegnabile - dice la motivazione della MdO, la prima dell'Italia liberata - otteneva di essere inquadrato in prima linea al comando di un plotone che conduceva all'assalto contro i tedeschi sistemati in caverne in terreno difficilissimo, sotto micidiale tiro di mitragliatrici e bombe a mano. Con un braccio fracassato, incitava i suoi uomini a contenere il contrattacco nemico gridando: «Ho dato un braccio alla Patria, non importa, avanti per l'onore d'Italia!». Colpito a morte, trovava ancora la forza di trarre di sotto la giubba una bandiera tricolore, che scagliava in un supremo gesto di sfida contro il nemico, additandola ai suoi soldati perché la portassero avanti". Nel dopoguerra, in provincia di Caserta, proprio a Mignano Monte Lungo, hanno intitolato a Giuseppe Cederle una Scuola media; anche una strada di Roma porta il suo nome.