Giuseppe Chesi
Antifascista, nel novembre del 1926 Chesi, che era padre di due figlie, era stato arrestato dalla polizia fascista per aver sostenuto la campagna contro la condanna a morte, negli Stati Uniti, di Sacco e Vanzetti. Processato dal Tribunale speciale, l'arrotino fu condannato a tre anni di confino (commutati in ammonizione). Non desistette però dal suo impegno democratico tanto che, nell'aprile del 1931 era, clandestinamente, a Colonia, dove partecipò al IV Congresso del partito comunista italiano, prendendo la parola con lo pseudonimo di "Simba". Al rientro in Italia, Chesi fu nuovamente arrestato e sottoposto ai vincoli dell'ammonizione. Il 9 ottobre 1932 l'arrotino finì di nuovo in carcere e, questa volta, ricomparso dinnanzi ai giudici del Tribunale speciale, fu condannato, era il 1933, a due anni di confino. Dopo l'8 settembre 1943 Giuseppe Chesi partecipò alla formazione della 29a Brigata GAP, nella quale si batté contro i nazifascisti. Catturato dai tedeschi il 20 settembre 1944 a Villagrappa di Forlì, l'arrotino comunista fu quasi certamente eliminato dai nazisti. Di lui, infatti, non si è più avuta notizia.