Giuseppe Manzelli
Nominato tenente colonnello nel 1941, nei giorni dell'armistizio l'ufficiale era al comando del 1° Battaglione del 120° Reggimento "Emilia" dislocato in Dalmazia. Alle intimazioni tedesche di consegnare la piazzaforte delle Bocche di Cattaro si oppose con le armi "resistendo tenacemente e reagendo – come ricorda la motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare – con reiterati audaci contrattacchi, condotti personalmente con eroico spirito aggressivo". "Ferito – prosegue la motivazione – non desisteva dall'impari cruenta lotta, che protraeva con stoica fermezza fino all'esaurimento di ogni mezzo di offesa, riuscendo, col sacrificio dei suoi valorosi, a sottrarre dalla stretta nemica la maggior parte della sua Divisione, reimbarcatasi in virtù del saldo, audace comportamento di un pugno di eroi. Prigioniero, sofferente, costretto in permanenza in luogo di punizione, incurante del rischio cui si sottoponeva, rifiutava fieramente reiterati inviti alla collaborazione, tenendo fede, ad ogni costo, alle leggi dell'onore militare". Giuseppe Manzelli – infatti – sopravvisse all'internamento in campi tedeschi in Polonia e in Germania e poté tornare in Italia dopo la Liberazione. Nel 1947 fu collocato in congedo e, due anni prima della sua scomparsa, fu promosso Generale di Divisione.