Giuseppe Mari
La lotta contro i tedeschi (per colui che, nelle Marche, sarebbe diventato, nel dopoguerra, il vice presidente dell'ANPI di Pesaro e Urbino e il presidente dell'Istituto Pesarese per la Storia del Movimento di liberazione), era cominciata il 9 settembre 1943. Il giorno dopo l'armistizio, Giuseppe Mari, che era al comando della IV Batteria Costiera nella zona di Orbetello, non solo rifiutò di consegnare le armi del suo reparto, ma mise in fuga i soldati della Wehrmacht. Evitata la deportazione in Germania e rientrato nella sua provincia, Mari divenne comandante, col nome di battaglia di "Carlo", del II Battaglione della V Brigata Garibaldi "Pesaro". Guidò la sua formazione in importanti azioni, che si risolsero in altrettanti successi militari, contro le truppe nazifasciste impegnate nelle operazioni di rastrellamento e antiguerriglia. Non a caso, nell'agosto 1944, "Carlo" è nominato vice comandante della Divisione Garibaldi "Marche" e il 2 settembre il CLN gli affida il comando della stessa. Dopo la Liberazione, il professore è nominato assessore comunale di Pesaro; nel 1956 è assessore in provincia e, dal 1957 al 1959 presiede la provincia di Pesaro e Urbino. Sarà pure assessore provinciale nelle legislature del 1970 e del 1975. Il professor Mari ha svolto anche una lunga attività pubblicistica su giornali e riviste e ha scritto libri per ragazzi ispirati alla Resistenza, come Padellino, pubblicato nel 1949, e Due ragazzi contro le SS. Del 1964 è La Resistenza in provincia di Pesaro e la partecipazione degli jugoslavi, al quale è seguito, l'anno dopo, Guerriglia sull'Appennino, la più completa ricostruzione degli avvenimenti resistenziali nelle Marche. Nel 1996, Mari ha anche pubblicato Pesaresi nella guerra, quattro storie di dignità e coraggio. Nella Biblioteca-Archivio "Vittorio Bobbato" è conservato un "Fondo Mari", che contiene relazioni d'attività, i ruolini delle Brigate e dei distaccamenti e tutta la documentazione preparatoria del libro Guerriglia sull'Appennino.