Giuseppe Mauri
Aveva combattuto nel Primo conflitto mondiale e, nell'immediato dopoguerra, aveva aderito al PSI. Eletto consigliere del Comune di Lecco, Mauri diresse in quegli anni le cooperative socialiste di Olginate e Varenna. Nel 1922 le aggressioni fasciste portarono alla distruzione di queste attività e costrinsero il dirigente socialista a farsi da parte. Negli anni del regime, Giuseppe Mauri non cedette mai al fascismo e, dopo la caduta di Mussolini, l'impiegato socialista fu tra i dirigenti del movimento democratico lecchese. Durante la Resistenza (il figlio, Garibaldi, col nome di battaglia di "Oliviero", fu a capo della III Brigata "Matteotti", operante con circa 350 partigiani nel Lecchese), Giuseppe Mauri fu membro del CLN clandestino che, nei giorni della Liberazione, lo designò sindaco di Lecco. L'incarico all'esponente socialista fu confermato nelle elezioni del 1946.