Giuseppe Rigola
Negli anni del regime fascista, Rigola, che lavora come manovratore nell'azienda tranviaria torinese, è attivo nella locale organizzazione comunista clandestina. Dopo l'8 settembre 1943 è ben presto elemento di primo piano nell'organizzazione politico-militare delle formazioni partigiane, che si aggregano in Valle di Lanzo, alle porte di Torino. Col nome di copertura di "Ragioniero" e di "Rino", le guida in numerosi scontri con i nazifascisti. La personalità di Rigola, il suo rigore e la sua onestà intellettuale, colpiscono anche patrioti di diverso orientamento politico, che si considerano onorati di passare nelle formazioni garibaldine. "Rino" cadrà, durante un massiccio rastrellamento tedesco, sui monti di Mezzenile e, dopo la Liberazione, alla sua memoria verrà assegnata la Medaglia d'argento. La motivazione dice: "Nella lotta di liberazione, arditamente e decisamente intrapresa subito dopo l'armistizio, si distingueva per doti di organizzatore, di animatore e di capo dando belle prove di valore in numerosi scontri nelle Valli di Lanzo e sicure prove di fede e di dedizione nel corso di duri rastrellamenti. Impegnatosi volontariamente a coprire, da solo, la ritirata dei suoi uomini, cadeva da prode sulla mitragliatrice che aveva tenacemente servita contro forze soverchianti". A Giuseppe Rigola è intitolato un corso della natia Vercelli ed una scuola elementare statale locale. A Torino portano il suo nome una Sezione dell'ANPI e una via; una lapide è stata apposta nel deposito tranviario di via Amati. A Mezzenile, un monumento lo ricorda lungo il "sentiero della memoria" e, nel 2007, a Venaria Reale gli hanno dedicato una targa.