Giuseppe Scapuzzi
Era cresciuto in una delle più note famiglie della sinistra di Fiorenzuola d'Arda di inizio Novecento. Suo nonno fu, infatti, il primo sindaco socialista della città e uno zio fu il primo sindaco di Fiorenzuola dopo il 25 aprile 1945. Non solo: un altro zio, Carlo, era stato ucciso da una squadraccia fascista nel 1921, mentre lo zio Giovanni aveva trascorso cinque anni a Ponza, come confinato politico, negli anni '30.
Fu quindi naturale, per Giuseppe Scapuzzi, entrare giovanissimo nella Resistenza. Da Parma a Fiorenzuola e in alta Val d'Arda, "Pinotto" è prima informatore e "fornitore" di armi per le bande partigiane che si vanno costituendo, poi, all'inizio della primavera del 1944, il ragazzo entra stabilmente nelle formazioni comandate da "Giovanni lo Slavo" (al secolo Giovanni Grcavaz, che era alla testa di bande costituite prevalentemente da russi e jugoslavi e che comprendevano anche un ex prigioniero inglese).
Dopo poco tempo, ecco "Pinotto" commissario del distaccamento "Molinari", della 62a Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Evangelista", con la quale partecipa anche alle azioni delle "squadre volanti" di pianura. È l'inverno del '44-'45 quando, con un fratello ancor più giovane di lui, "Pinotto" è catturato dai tedeschi. Deportato nel campo di Bolzano, vi resterà sino alla Liberazione, quando tornerà a Fiorenzuola, restando sempre attivo e presente nelle organizzazioni democratiche del suo comune.