Giuseppe Serazzi
"Peppino", così lo chiamavano i suoi compagni, aveva lasciato il lavoro ed era entrato come partigiano combattente nella 81ma Brigata Garibaldi (nota anche come "Volante Loss"), operante nel Medio Novarese. Nell'ottobre del 1944 era stato uno dei protagonisti di un attacco al presidio fascista di Fara, che si era concluso con la cattura di sette militi neri e il sequestro di un grosso quantitativo di armi e munizioni.
Dopo quest'impresa "Peppino" partecipò ad altre azioni sino a che, ai primi di novembre, fu ferito ad un ginocchio. Imprudentemente si arrischiò a raggiungere l'ospedale di Ghemme per farsi curare, ma incappò in un posto di blocco fascista. Arrestato e trasportato a Sizzano (Novara), il giovane fu sottoposto ad un duro interrogatorio, ma non parlò nonostante le torture. I fascisti se ne liberarono, fucilandolo in località Fornace del Comune di Ghemme.