Giuseppe Silivotti
Con il fascismo ormai dominante, Silivotti (che, da giovane socialista, era diventato comunista nel 1921 e che aveva dovuto emigrare in Francia, dopo aver combattuto duramente contro i fascisti del suo paese), era tornato a San Daniele del Friuli. Qui, nel marzo del 1924, aveva fondato un Circolo democratico, chiamato "Croce Bianca", che per alcuni anni raccolse tutte le forze giovanili d'opposizione presenti nella zona.
L'attività della "Croce Bianca" durò sino al 1932, quando, per la delazione di un giovane che frequentava il Circolo, Silivotti fu costretto a sciogliere l'organizzazione. Il muratore non restò però inattivo e operò ancora nella zona, insieme con un più ristretto gruppo d'antifascisti. Con la caduta del fascismo, Giuseppe Silivotti riorganizzò il movimento d'opposizione e divenne uno dei dirigenti locali della Guerra di liberazione. Con il nome di copertura di Costante, collaborò validamente alle azioni della Brigata Garibaldi "Silvio Pellico" e rappresentò il PCI nel CLN di San Daniele. Nell'immediato dopoguerra divenne segretario della locale Sezione comunista. L'impegno democratico di Silivotti s'interruppe con la sua morte, avvenuta in un incidente stradale.