Goffredo Villa
Giovanissimo membro del PcdI, già verso la fine del 1941 aveva cominciato ad organizzare le cellule dei portuali genovesi. Era poi stato incaricato dal suo partito di continuare l'attività clandestina nelle province di Alessandria, di Torino e di Aosta. Entrato in contatto con gli studenti universitari Giacomo Buranello e Walter Fillak, Villa frequenta un Centro studi marxisti sino a che, nel novembre del 1942, finisce in carcere. La caduta di Mussolini gli consente di riacquistare la libertà e di riprendere l'attività politica clandestina. Subito dopo l'armistizio "Franco" (questo il suo primo nome di copertura), entrò nel GAP di Genova per passare poi, agli inizi del 1944, come commissario di Distaccamento, col nome di battaglia di "Ezio", tra i partigiani che avrebbero costituito la III Brigata Garibaldi "Liguria". Catturato dai nazifascisti alla fine di febbraio del 1944, il giovane è condannato a morte, ma è poi graziato in virtù dell'amnistia del giugno successivo. Fingendosi "ravveduto", accetta di essere avviato come telefonista al Distretto Militare di Genova. Villa ha così modo di svolgere un'intensa opera di informazione, sabotaggio e propaganda, sino a che non è di nuovo arrestato dei poliziotti dell'UPI del questore Veneziani. Rinchiuso nel carcere di Marassi il 7 luglio, il giovane antifascista è sottoposto a durissimi interrogatori Le torture non lo piegano ma quando, all'alba del 29 luglio, è trascinato dinanzi al Tribunale straordinario fascista, il suo volto è una maschera di sangue. Condannato a morte con Aleandro Longhi, Balilla Grillotti, Giacinto Rizzolio e Mario Cassurino, cadrà alle 5 del mattino, per mano di un plotone di Brigate nere, in quella che sarà ricordata come "la strage di Forte San Giuliano". A Goffredo Villa, che è stato sepolto nel cimitero di Staglieno, la città di Genova ha dedicato una delle sue più belle piazze nel quartiere Castelletto. Il nome del giovane partigiano, al quale fu intitolata una Sezione genovese del PCI, è stato dato anche ad una delle principali vie di Valperga, dove il ragazzo trascorreva le vacanze con la madre, Maria Colombatto, originaria del Canavese. Nel 2001, Lino Fogliasso ha pubblicato Goffredo Villa. Un martire ritrovato.