Gregorio Agnini
Si era diplomato alla Scuola superiore di commercio di Genova e, nonostante fosse di famiglia benestante, si impegnò a favore delle classi sociali più diseredate. Nel 1886 fondò l'Associazione degli operai braccianti di Finale Emilia, prima cooperativa di lavoro della provincia, e sino alla morte fu fedele a questa scelta di vita.
Dopo aver diretto i primi scioperi nella zona, a cominciare dal 1887 subì una lunga serie di arresti e condanne per motivi politici. Nel 1892, al congresso di Genova, fu tra i fondatori del Partito socialista, della cui direzione fece parte dal 1912 al 1914. Gregorio Agnini, che era stato eletto per la prima volta deputato nel 1891, fu confermato nell'incarico parlamentare per dieci legislature. Memorabili le sue battaglie politiche per l'abolizione del dazio sul grano, per le opere di bonifica, per la costruzione di linee ferroviarie in Emilia, per il sostegno delle cooperative.
Il 9 novembre 1926, fu dichiarato decaduto con gli altri deputati dell'opposizione aventiniana. Costretto ad interrompere ogni attività politica, Agnini la riprese subito dopo la caduta del fascismo. All'indomani della Liberazione, fu nominato dal CLN presidente della provincia di Modena. Fu poi chiamato a far parte della Consulta nazionale e, essendone il decano, ne presiedette la prima seduta. Pochi giorni dopo cessò di vivere. Sulla sua figura e sulla sua opera esiste una ricca pubblicistica. Ricordiamo qui soltanto, di Ennio Resca e Bruno Messerotti, Gregorio Agnini nella storia del movimento operaio e socialista modenese e italiano.
A questo pioniere del socialismo sono intitolate strade a Modena, a Mirandola e a Finale Emilia. Nel suo paese natale gli hanno eretto un monumento, opera dello scultore Ivo Soli.