Ignazio Di Lena
Giovane socialista, alla fondazione del PCd'I vi aderì. Di Lena fu dapprima segretario della Federazione giovanile comunista di Messina a poi di quella Federazione provinciale. Con l'approvazione delle leggi eccezionali fasciste il giovane funzionario fu arrestato, nel 1926, con altri compagni siciliani e calabresi. Dopo 18 mesi di carcere preventivo, Di Lena fu assolto per insufficienza di prove, ma ciò non gli evitò l'invio al confino, dove restò per quattro anni. Liberato in precarie condizioni di salute, riprese a Roma, dove si era trasferito, l'attività antifascista clandestina. Nel 1941 nuovo arresto e nuova condanna del Tribunale speciale. Per Di Lena la libertà tornò soltanto con la caduta del regime fascista e, quando arrivò l'armistizio, ecco il funzionario comunista combattere a Porta San Paolo nella vana difesa della Capitale. Soltanto quando i tedeschi furono costretti a lasciare Roma, Di Lena ebbe un breve periodo di tregua, al quale seguì il trasferimento in Sicilia, dove si impegnò nel lavoro di riorganizzazione della struttura comunista nell'Isola. Rientrato a Roma nel 1947, il funzionario comunista lavorò sino alla morte nell'apparato del suo partito.