Ilio Baroni
A Piombino, dove la sua famiglia si era trasferita, nel primo dopoguerra fece le sue prime esperienze politiche, militando tra gli "Arditi del popolo" contro il fascismo nascente. Nel giugno 1925 si trasferì a Torino e andò ad abitare nel quartiere Madonna di Campagna, per passare poi in via Desana.
Entrato a lavorare alla Fiat Ferriere come operaio, per il suo antifascismo, nel 1938 Ilio Baroni fu incarcerato e condannato a 5 anni di confino. Tornato in libertà e ripreso il lavoro alle Ferriere, divenne autorevole membro del Comitato di Agitazione torinese, contribuendo al successo degli scioperi nelle fabbriche del 1943-1944. Con il nome di battaglia di "Moro", era diventato, durante la Resistenza, il comandante della 7ª brigata SAP "De Angeli". Cadde colpito a morte in uno scontro nei giorni dell'insurrezione, durante la difesa dello stabilimento.
Un lapide collocata a Torino, in corso Giulio Cesare angolo corso Novara, ne ricorda il sacrificio. Di Ilio Baroni parlano F. Ferro (Fabbri) nel libro I nostri sappisti nella liberazione di Torino, e Raimondo Luraghi in Il movimento operaio torinese durante la Resistenza.