Ines Negri
Ines era una giovane antifascista che, subito dopo l'armistizio, era entrata nei Gruppi di difesa della donna ed era diventata staffetta partigiana. Nell'agosto del 1944 - a rimpiazzare le Brigate nere e la GNR (la guardia nazionale repubblichina), che avevano fornito prova di scarsa combattività - in provincia di Savona arrivarono i primi contingenti della Divisione della fanteria di marina "San Marco". La "San Marco" era forte di 12.000 uomini, al comando del generale Farina. Ai giornali locali dell'epoca fu imposto di dare molto risalto all'evento, esaltando lo spirito combattivo di queste truppe, addestrate in Germania da istruttori tedeschi ed equipaggiate con armamento della Wehrmacht. Scrissero: "I leoni della S.Marco spazzeranno via tutti i ribelli e i traditori della Patria", ma non tennero conto del fatto che non pochi degli arruolati avevano accettato l'ingaggio per sottrarsi alla prigionia in Germania. Lo avevano ben compreso le organizzazioni della Resistenza e, in particolare, quelle delle donne. Fu così che anche tra i "leoni" cominciarono le diserzioni. Il 16 agosto del 1944, ad Albisola Mare, nei pressi di Villa Faragiana, Ines Negri, che accompagnava in montagna militari della "San Marco", fu arrestata. Dopo tre giorni di feroci torture, la giovane donna fu condannata a morte "per aver incitato alla diserzione diversi soldati della Divisione San Marco" e subito fucilata. La stessa sorte toccò, una settimana dopo, a Clelia Corradini. La risposta delle donne savonesi venne con un comunicato del bollettino "Noi Donne", nel quale si annunciava che, da quel momento, le donne entravano nelle formazioni partigiane, partecipando direttamente alle azioni di guerriglia. Il nome di Ines fu dato ad una Brigata garibaldina. Dopo la Liberazione, una strada di Albisola Mare è stata dedicata alla giovane partigiana.