Ismene Manea
Negli anni della dittatura fascista aveva fatto parte dell’organizzazione comunista clandestina. Allo scoppio della guerra di Spagna era accorso nelle Brigate Internazionali in difesa della Repubblica democratica. Dopo la vittoria dei franchisti era passato in Francia, dove fu internato nel campo di Vernet. Consegnato alle autorità fasciste italiane, l’operaio comunista fu confinato a Ventotene, dove restò sei anni, per esserne liberato soltanto dopo l’8 settembre 1943.
Tornato nel Vicentino prese parte alla lotta di liberazione col nome di battaglia di “Bruno”, organizzando la Resistenza col fratello più giovane, Ferruccio, che col nome di “Tar” avrebbe guidato una Brigata partigiana a cui fu dato il nome di Ismene, quando “Bruno” (che per le precarie condizioni fisiche nelle quali l’avevano ridotto prima i franchisti e poi i fascisti a Ventotene non aveva potuto sottrarsi alla cattura), morì nella caserma di Monte Malo dopo una settimana di inenarrabili sevizie.
La decorazione alla memoria del valoroso antifascista è stata decretata nel 1966.
Sulla storia resistenziale del fratello Ferruccio, ha pubblicato un libro Patrizia Greco.