Laura Diaz
L'ambiente famigliare (il padre Augusto, avvocato, era stato perseguitato per il suo antifascismo, il fratello Furio, comunista, sarebbe diventato il primo sindaco di Livorno dopo la Liberazione), l'aveva naturalmente portata ad entrare nella Resistenza. Iscritta al PCI dal 1944, Laura Diaz ricoprì numerosi incarichi e fu candidata per il suo partito alla prima Legislatura della Repubblica e riconfermata dalla seconda alla quarta. Di lei Tiziana Noce, nel libro La città degli uomini: donne e pratica della politica a Livorno, edito da Rubattino nel 2004, ha scritto: "... era una delle oratrici più seguite e una delle poche donne che non ha mai patito di complessi di inferiorità verso i suoi colleghi; per lei l'attività politica non è stata una faticosa conquista, ma un percorso quasi naturale". Nello stesso libro è riportata una dichiarazione della Diaz che afferma: "Io ero entusiasta degli ideali del comunismo e devo dire subito che non sono affatto una pentita; ciò nonostante sappia, riconosca e mi addolori molto che il comunismo sia fallito, che siano stati compiuti crimini e cose terribili... deviazioni tremende di un'idea che invece aveva dei fondamenti giusti e bellissimi... Sono anche convinta che nella storia del mondo quest'idea ritornerà, corretta e senza più i crimini e le colpe che sono stati commessi nel suo nome". La scomparsa di Laura Diaz ha addolorato i livornesi - come ha scritto in un messaggio a Furio Diaz il sindaco Alessandro Cosimi - e non solo. Il cordoglio per la morte dell'ex parlamentare è stato espresso, tra i tanti, dai parlamentari del Gruppo del Partito democratico della Camera e, soprattutto, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, che ha definito quella della Diaz "bellissima figura di moderna donna politica, mai chiusa in alcun settarismo e sempre aperta al nuovo".