Laura Petracco Negrelli
Terminati gli studi al "Petrarca" di Trieste si era iscritta alla Facoltà di lettera a Padova. Nel 1939 la giovane insegnante si era sposata ed aveva avuto un figlio che suo marito (mandato in Africa come ufficiale e caduto prigioniero degli inglesi), non avrebbe per lungo tempo conosciuto. Laura, animata da ideali di libertà e giustizia sociale, nonostante le cure del bambino, dal 1943 si impegnò nel movimento comunista clandestino triestino. La giovane insegnante non si limitò a svolgere lavoro politico tra gli studenti e gli operai triestini, ma organizzò anche il movimento che prese il nome di "Gioventù antifascista italiana".
Il 19 aprile del 1944 l'insegnante fu arrestata dai tedeschi, di fronte ai quali la coraggiosa donna non esitò a riaffermare la sua fede democratica. Tre giorni dopo, Laura si trovava ancora in una cella del "Coroneo", i partigiani del IX Korpus sloveno effettuarono un attentato contro la "Casa del soldato tedesco", che era ospitata, in pieno centro di Trieste, nella sede del Conservatorio.
Gli occupanti reagirono con una spaventosa esecuzione: cinquantuno detenuti italiani e sloveni, tra i quali Laura Petracco Negrelli, furono prelevati dal carcere, trasportati in via Ghega, impiccati alle balaustre delle scale e alle finestre del Conservatorio e lì lasciati appesi per giorni.