Lino Parodi
Proveniva da una famiglia antifascista: suo padre, Rizieri, abile muratore, negli anni del regime era stato perseguitato dagli squadristi, che l'avevano in più occasioni malmenato. Mobilitato in Grecia, 1'8 settembre 1943 Lino Parodi si trovava a casa in licenza. Nei mesi successivi all'armistizio il ragazzo aveva lavorato nella locale miniera di lignite e poi, nella primavera del 1944, tramite contatti con antifascisti locali, si era unito ai partigiani della banda "Mario". La banda, inquadrata nella Brigata guidata da Mario Contri, sarebbe poi diventata distaccamento e, dopo la morte di Lino Parodi, avrebbe continuato col suo nome la lotta contro i nazifascisti.
Lino morì da eroe in un combattimento violentissimo, come è ricostruito nella motivazione della ricompensa al valore, che dopo la Liberazione, fu conferita alla sua memoria. Dice, infatti, la motivazione: " Nel corso di un aspro combattimento contro un preponderante nemico, incurante del pericolo, si lanciava arditamente all'assalto riuscendo ad eliminare i diretti avversari e ad incendiare con preciso lancio di bombe a mano quattro autocarri nemici. Colpito a morte mentre tentava di trarre in salvo, sotto il fuoco nemico, un altro partigiano ferito, trovava ancora la forza di incitare i commilitoni alla lotta".
Anche Rizieri (il padre di Lino), legato ai patrioti di Ortonovo, è morto ucciso dai tedeschi.
(c.r.)